Emilio Fede entra in politica.
Con un suo partito. O, come dice lui, «un movimento di opinione». Si chiamerà
"Vogliamo Vivere". A luglio ha depositato il marchio a Como, per non
dar nell'occhio. Ma "l'Espresso" se n'è accorto. L'idea è maturata a
inizio estate, la lunga estate seguita al suo coinvolgimento nel processo Ruby,
accusato di favoreggiamento della prostituzione con Lele Mora e Nicole Minetti.
Ad agosto l'ex direttore del Tg4, per anni evangelista del verbo di Berlusconi,
poi messo bruscamente in pensione da Mediaset, si è mosso tra Anacapri (nella
villa della moglie Diana De Feo), Perugia, Milano, Varigotti e Forte dei Marmi.
E una traccia misteriosa era apparsa su Twitter a ridosso di Ferragosto:
«Vogliamo Vivere... Leggerete sempre più spesso questo slogan».
Fede conferma a "l'Espresso": «Fondo un movimento di opinione perché ho ascoltato tanta gente che mi incoraggia. Il Pdl rischia di diventare uno spartito stonato». Si sta muovendo da solo? «Mi muovo da solo, e ci metto soldi miei. Berlusconi non ne sa niente. "Vogliamo Vivere" riassume il malessere di tanti, sotto il cosiddetto governo tecnico.
Fede conferma a "l'Espresso": «Fondo un movimento di opinione perché ho ascoltato tanta gente che mi incoraggia. Il Pdl rischia di diventare uno spartito stonato». Si sta muovendo da solo? «Mi muovo da solo, e ci metto soldi miei. Berlusconi non ne sa niente. "Vogliamo Vivere" riassume il malessere di tanti, sotto il cosiddetto governo tecnico.