La prima bozza del maxidecreto del Ministro della Salute Renato
Balduzzi presenta rivoluzionarie misure in materia di salute e di sanità
pubblica che influenzeranno le abitudini di tutti. Cosa cambierà realmente nel
nostro stile di vita?
Il provvedimento del Ministro Balduzzi, composto da ben 27
articoli, è il frutto di un progetto a cui la commissione lavora da mesi e che
adesso vede la luce in un’unica bozza ancora suscettibile di essere modificata
in ogni sua parte, sia mercoledì durante l’incontro con i delegati regionali,
sia successivamente durante l’iter parlamentare.
Lo scopo del decreto è
quello di promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di
tutela della salute dei cittadini e di modificare lo stile di vita dei
cittadini italiani proponendo loro abitudini più salutari. Ma come può concretamente
questo provvedimento modificare il lifestyle degli
italiani?
Il fumo uccide: il decreto ne dà maggiore
consapevolezza. Che le sigarette siano un
vero veleno per l’organismo umano è cosa ben chiara e risaputa ma ciò che il
decreto mira a raggiungere è il dissuadere i giovani e i giovanissimi dal
consumo di tabacco colpendo in primo luogo i commercianti che vendono sigarette
ai minori di 18 anni. La sanzione prevista in questo caso sarà una multa che va
da 250 a
1000 euro e, in caso di recidiva, la sanzione potrà arrivare ai 2000 euro e
sarà accompagnata dalla sospensione per tre mesi della licenza all’esercizio
dell’attività. Inoltre, entro 18 mesi dall’entrata in vigore del decreto, i
distributori automatici dovranno essere, senza esclusione alcuna, dotati di un
sistema automatico di rilevamento dell’età dell’acquirente attraverso la
lettura di un documento anagrafico perchè ciò che è importante è far crescere
nei più giovani la consapevolezza che il fumo non è un gioco e che uccide non
per finta ma nella vita vera.
Le bibite gasate edulcorate: da evitarsi per
una sana alimentazione. Che le bibite gassate
e zuccherine come la Coca
Cola , 7up, Fanta e Scheweppes non siano da prediligere e
addirittura da evitare durante i pasti, è cosa ben nota, ma nonostante
questo la tendenza di consumare abitualmente questo genere di analcolici
zuccherini non sempre dissetanti è assai comune. Ciò su cui Balduzzi e la sua
squadra vuole far riflettere è la necessità di abitudini alimentari sane,
razionali e sobrie e di diffondere la tendenza ad auto educarsi ad
un’alimentazione corretta disincentivando il consumatore dal bere con
regolarità bibite potenzialmente dannose. L’intenzione del governo quindi
è quella di introdurre una tassa sui superalcolici e sulle bibite
analcoliche con zuccheri aggiunti come la Coca- Cola prevedendo un prelievo a carico dei
produttori di 7,16 euro ogni 100 litri di prodotto introdotti nel mercato,
che si tradurrebbe nell’aumento del costo di massimo 3 centesimi a
bottiglietta.
I pericoli del sushi: batteri nascosti tra
alghe e sashimi. Il Ministero della
Salute mira anche a mettere in allerta il consumatore dalla dilagante moda del
sushi, cibo fresco e nutriente ma anche portatore di infezioni causate da
batteri patogeni e parassiti come la Salmonella o la più pericolosa Anisakis (
parassita intestinale presente in molti pesci e mammiferi marini). Molti sono
consapevoli della potenzialità infettiva del pesce crudo, ma sono solo in pochi
a conoscere realmente i rischi che possono essere causati dal
consumo di un prodotto infetto, con il risultato che quando si trascorre
una serata in un ristorante giapponese si incrociano le dita e ci si affida
sostanzialmente al caso e alla buona sorte. Per evitare danni alla salute
pubblica il decreto prevede che i commercianti sia tenuti ad informare il
consumatore di pesce fresco e di altri prodotti da consumare crudi circa le
precauzioni da prendere prima di mettersi a tavola (congelamento del prodotto
oltre i meno 20 gradi, ecc…) con appositi cartelli e stabilendo che, in caso di
inottemperanza del suddetto obbligo, sarà prevista una sanzione da 600 a 3500 euro. Quindi
amanti del sushi, aguzzate la vista prima di gustare sushi e sashimi!
Idoneità sportiva: basta al certificato di
sana costituzione. Quante volte è capitato di
andare dal medico di famiglia per ottenere il certificato da portare in
palestra o in piscina e di riceverlo dopo una breve e approssimativa visita
priva di qualunque scrupolo? E’ un qualcosa di molto frequente se non
addirittura una prassi. Inizialmente la bozza del decreto sembrava prevedere
l’obbligo, per chi svolge attività sportiva anche non agonistica (piscina,
corsi in palestra), di avere l’idoneità fisica certificata da un medico
sportivo e non più solo da quello di famiglia. Il Ministro non ha tardato a
replicare smentendo le voci e dichiarando che il decreto vuole solo rendere
necessaria una certificazione analitica delle condizioni fisiche del paziente e
che non si considera più sufficiente un certificato di sana e robusta
costituzione ma che si esige una certificazione più puntuale e precisa che
potrà essere sottoscritta anche dal medico di base ma solo dopo una visita del
paziente e un accertamento delle sue reali condizioni fisiche.
Un sistema sanitario più accessibile per
tutti. Il decreto prevede che i medici di
famiglia si riuniranno in aggregazioni di studi per garantire il servizio
medico sul territorio 24 ore su 24, cosicchè sia possibile un consulto anche a
notte fonda in caso di urgenza senza più dover ricorrere unicamente al pronto
soccorso come unica struttura in caso di dare un ausilio tempestivo. Si prevede
poi anche la digitalizzazione dei documenti sanitari in modo che il
paziente sarà in possesso di un unico fascicolo elettronico che conterrà
l’insieme dei dati e dei documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario
generati da eventi clinici presenti e trascorsi; basta quindi agli ingombranti
raccoglitori contenenti gli esiti degli esami clinici degli ultimi anni e
alla ricerca del referto smarrito prima di sottoporsi ad una nuova visita specialistica.
Fonte: virgoletteblog.com

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