Mesi fa, le piazze delle più importanti città
spagnole erano occupate da centinaia di migliaia di persone che manifestavano
contro il Governo Socialista di Zapatero. Del movimento protestatario, passato
alle glorie della cronaca come “ indignados” oggi non se ne sa più niente. Dopo
la vittoria alle elezioni politiche del candidato di destra Rajoy il movimento
degli Indignados si è liquefatto. Tutti ricordiamo l’occupazione di Piazza
Puerta del Sol a Madrid! Oggi 1° maggio, per la verità già da tempo, in piazza
gli unici a manifestare sono i lavoratori, i precari e i disoccupati mobilitati
dalle centrali sindacali.
Eppure ragioni per manifestare da parte dei cosiddetti Indignados
ce ne sarebbero e tante, anche più di quante ce ne fossero ai tempi del precedente
Governo. Zapatero ha finito ingloriosamente la propria esperienza politica
(interessante da più punti di vista, non ultimo la forte carica sociale, la
parità dei generi e la laicizzazione della Società spagnola) travolto dalla
crisi economica, dall’aver adottato prima e meglio di noi italiani i dettami
imposti dal duo Merkel – Sarkozy e soprattutto dalla mobilitazione della
piazza. Oggi il nuovo premier spagnolo Rajoy sta continuando con la stessa
politica economica accentuandone gli interventi e la situazione economica è
addirittura precipitata. Il 1° maggio i sindacati spagnoli si mobilitano
denunciando l’involuzione della Democrazia spagnola, i tagli alla scuola
pubblica per favorire quella privata, i tagli alla spesa sanitaria, i
licenziamenti dei lavoratori pubblici e gli effetti complessivamente disastrosi
della politica del Governo di destra spagnolo. Per inciso le politiche economiche adottate da Rajoy sono le stesse del Governo Monti. Entrambi i Governi sono molto più attenti ai diktat della Merkel e della burocrazia UE che alle reali esigenze delle rispettive società. In sostanza il contesto rispetto alle mobilitazioni degli Indignados non è molto diverso, ma addirittura peggiorato. I media europei in quei mesi si sono sbracciati esaltando le istanze del movimento, la capacità di mobilitazione attraverso l’uso delle nuove tecnologie, il nuovo modello di democrazia della partecipazione della quale era portatore. Sul Sole 24 ore il giornalista Enrico Deaglio ( a titolo di cronaca cognato della Fornero ) scriveva: "E’ l’insorgenza della gioventù più matura e più riflessiva che il pianeta abbia mai visto!". Deaglio concludeva l’articolo scrivendo che il movimento degli Indignados aveva individuato l’avversario cioè il potere delle oligarchie finanziarie e che sicuramente la mobilitazione non era destinata ad esaurirsi. Altri due aspetti interessanti emergevano dall’analisi del movimento.
Il primo era la sostanziale mancanza di leader, di organizzazione e struttura; il secondo l’equidistanza dalla destra e dalla sinistra. Parafrasando Bauman il trionfo della “politica liquida” o forse è più giusto dire della liquefazione della politica. Il movimento degli Indignados, anche in Italia abbiamo avuto ed abbiamo esempi di questo genere, è la dimostrazione di come la politica priva di una visione del mondo, di una organizzazione stabile e strutturata si riduce a puro e semplice momento mediatico che , come un qualsiasi altro prodotto, dura giusto il tempo necessario per essere consumato. In quel momento ai media, in Italia a partire dal Sole 24 ore, serviva solo dimostrare come il Governo di Zapatero fosse dannoso al sistema di potere delle oligarchie finanziarie ed ha utilizzato le legittime istanze provenienti dagli Indignados per contribuire ad affossarlo e favorire il consolidamento delle Oligarchie finanziarie e della Tecnocrazia UE. Tutto questo ben sapendo che una “ politica liquida”, fatta da cittadini non organizzati e privi di una visione di sistema sociale organico ed alternativo potesse essere in qualsiasi momento dimenticato. Cosa che di fatto è successa. L’antipolitica non è altro che la “politica liquida”.
In Italia abbiamo un esempio di politica liquida nel movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Oggi a Grillo vengono lasciati spazi sempre più ampi, parla il linguaggio degli indignati italiani. Dopo Forza Italia e
Fonte: oknotizie.virgilio.it
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