Ascoltare dello “stato di guerra” contro
gli evasori fiscali durante un paio di settimane di vacanza al mare e stupire,
letteralmente stupire, per l’unico gestore di stabilimento balneare che ti
rilascia una ricevuta fiscale. Poi la guardi la ricevuta fiscale e vede che è
parte di un blocchetto che si compra in cartoleria e che “fiscale” non è,
rilasciano un fac-simile di cortesia. Niente scontrino fiscale in macelleria e
neanche al bar. Niente ricevuta al ristorante, di semi lusso o di semi massa
che sia: se paghi con bancomat tracciabile una volta su tre ti dicono di non
avere il pos, se insisti a dire che non hai contante allora il pos si aggiusta.
E’ il mare e il suo indotto in una regione meridionale d’Italia, ma è tutta
Italia così: neanche alle giostre dei bambini e dei grandi c’è mai un momento e
un modo in cui si registri l’incasso e il passaggio di denaro. Se è guerra
all’evasione, qui è “drole de guerre”,
finta guerra.
Mario Monti ha pregato i telegiornali e
i giornali, in particolare quelli della Rai, di non chiamare più “furbi” gli
evasori fiscali. E subito i direttori delle tre testate Rai hanno detto: “Mai
fatto!”. Si vede che a comporre l’audience dei rispettivi tg non ci sono le
loro orecchie. Una pigrizia narrativa, una “inerzia” culturale direbbero i
cronisti sportivi porta la comunicazione a raccontare la tassa come la strega
cattiva, il cittadino come Biancaneve e l’evasore fiscale come una mela
avvelenata che valla a trovare…E invece gli evasori sono lì, anzi qui: con
indirizzi e recapiti noti. In Italia ci sono 41.547.228 contribuenti, cioè
persone in carne e ossa che dichiarano redditi.
Ma il 53 per cento delle tasse pagate le
pagano i lavoratori dipendenti pubblici e privati e il 29 per cento delle tasse
pagate le pagano i pensionati. Insieme quelli “trattenuti alla fonte”, pagano
l’82 per cento di tutte le tasse pagate. Tutti gli altri, professionisti,
commercianti, imprese pagano il restante 18 per cento. C’è bisogno di un
indirizzo più chiaro?
Per il fisco, nel senso che così dicono
al fisco, ci sono 14 milioni di italiani che hanno un reddito annuo inferiore a
10mila euro. Il 49% degli italiani dice al fisco di non superare i 15mila euro
annui di reddito. Il 36 per cento dice al fisco di stare tra i 15 mila e i 36
mila euro annui. In questo simpatico paese per ogni cento euro dichiarati ne
risultano spesi centoventi, senza contare quelli trasformati in risparmio e
patrimonio: Gesù dei pani e dei pesci era un dilettante. Non li si chiami
dunque più “furbi”, li si definisca per quel che sono: cittadini italiani
standard che abitano e popolano soprattutto il mondo delle professioni, del
commercio, dell’intermediazione e delle attività economiche non “trattenute alla
fonte”.
Fonte: blitzquotidiano.it

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