giovedì 30 agosto 2012

STRASBURGO CONDANNA L’ITALIA: LEGGE 40 INCOERENTE


La Corte europea dei diritti dell’Uomo ha condannato l'Italia per il divieto di screening degli embrioni per malattie genetiche, stabilendo che la legge, in particolare l’articolo  della legge 40 sulla fecondazione assistita,   lascia alle coppie che vogliano evitare la trasmissione di malattie poco spazio di manovra.
La condanna da parte della Corte di Strasburgo è relativa al caso di una coppia di italiani, Rosetta Costa e Walter Pavan, entrambi portatori sani di fibrosi cistica,  ai quali è stato impedito il ricorso alla  fecondazione in vitro (IVF) per selezionare gli embrioni non colpiti dalla malattia.

Secondo il tribunale con sede a Strasburgo, il caso mette in luce " l'incoerenza del sistema legislativo italiano, che vieta l'impianto di soli embrioni sani, consentendo l'aborto di feti con malattie genetiche."
La legge " concede ai ricorrenti una sola opzione, piena di ansia e sofferenza", ha detto il giudice. "Rimanere naturalmente incinta e interrompere la gravidanza nel momento in cui l’ esame prenatale mostra che il feto è affetto da tale patologia" si legge  in un comunicato.
La coppia italiana aveva scelto di interrompere la gravidanza del  loro secondo figlio nel 2010, dopo aver appreso che il loro feto era affetto dalla loro stessa patologia.
Hanno poi chiesto un trattamento IVF con il quale i medici avrebbero potuto verificare la presenza di tracce di fibrosi cistica prima di andare avanti con una nuova gravidanza, un processo noto come diagnosi genetica preimpianto (PGD), che è illegale in Italia.
L'Italia sostiene che le sue leggi proteggono la salute di donne e bambini e scoraggiano la deliberata alterazione genetica che i critici della PGD temono possa portare ai cosiddetti "bambini su misura".
La CEDU ha stabilito che la legge 40 , come è formulata nell’attuale, viola il diritto al rispetto della vita privata e familiare (art.8 Convenzione) della coppia alla quale lo Stato dovrà versare 15mila euro per danni morali e 2.500 per le spese legali.
In base alla sentenza della corte europea l’Italia dovrà conformarsi e di fatto la legge dovrà essere modificata. Sebbene sia la prima volta che ufficialmente viene censurata la legge 40/04  per contrasto con la legge sull’aborto (194/78), la questione era già nota e pone il problema del bilanciamento dei principi di soggettività giuridica dell’embrione e della salute della madre.
Dei 32 Stati membri esaminati dal Consiglio d'Europa, solo l'Italia, l'Austria e la Svizzera vietano il test  PGD.

Fonte: you-ng.it

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