La Corte europea dei diritti dell’Uomo ha condannato l'Italia per il
divieto di screening degli embrioni per malattie genetiche, stabilendo che la
legge, in particolare l’articolo della legge 40 sulla fecondazione
assistita, lascia alle coppie che vogliano evitare la trasmissione
di malattie poco spazio di manovra.
La condanna da parte della Corte di Strasburgo è relativa al
caso di una coppia di italiani, Rosetta Costa e Walter Pavan, entrambi
portatori sani di fibrosi cistica, ai quali è stato impedito il ricorso
alla fecondazione in vitro (IVF) per selezionare gli embrioni non colpiti
dalla malattia.
Secondo il tribunale con sede a
Strasburgo, il caso mette in luce " l'incoerenza del sistema legislativo italiano, che vieta l'impianto di
soli embrioni sani, consentendo l'aborto di feti con malattie genetiche."
La legge " concede ai ricorrenti una
sola opzione, piena di ansia e sofferenza", ha detto il giudice.
"Rimanere naturalmente incinta e interrompere la gravidanza nel momento in
cui l’ esame prenatale mostra che il feto è affetto da tale patologia" si
legge in un comunicato.
La coppia italiana aveva scelto di
interrompere la gravidanza del loro secondo figlio nel 2010, dopo aver
appreso che il loro feto era affetto dalla loro stessa patologia.
Hanno poi chiesto un trattamento IVF con il quale i medici
avrebbero potuto verificare la presenza di tracce di fibrosi cistica prima di
andare avanti con una nuova gravidanza, un processo noto come diagnosi genetica
preimpianto (PGD), che è
illegale in Italia.
L'Italia sostiene che le sue leggi
proteggono la salute di donne e bambini e scoraggiano la deliberata alterazione
genetica che i critici della PGD temono possa portare ai cosiddetti
"bambini su misura".
In base alla sentenza della corte europea l’Italia
dovrà conformarsi e di fatto la legge dovrà essere modificata. Sebbene sia la
prima volta che ufficialmente viene censurata la legge 40/04 per contrasto con la legge sull’aborto
(194/78), la questione era già nota e pone il problema del
bilanciamento dei principi di soggettività giuridica dell’embrione e della
salute della madre.
Dei 32 Stati membri esaminati dal
Consiglio d'Europa, solo l'Italia, l'Austria e la Svizzera vietano il
test PGD.
Fonte: you-ng.it

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