Conosco Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento da molti anni. Non
ho mai nascosto la mia ammirazione per questo vescovo coraggioso che lontano
dai clamori, dal riconoscimento di giornali e televisioni, vive il Vangelo
incarnandolo in scelte e prassi coerenti al servizio degli ultimi. Soprattutto
per gli immigrati di Lampedusa e dintorni e per la legalità. Ieri e oggi, i
giornali si occupano di lui perché ha disposto che non ci fossero funerali
religiosi pubblici per Giuseppe Lo Mascolo, ritenuto il vicecapo della mafia di
Siciliana. Un gesto di rottura perché sicuramente anche Lo Mascolo come tanti
altri esponenti dei clan si diceva credente e frequentava la parrocchia.
Qualche giorno fa il vescovo Montenegro parlando alla festa di San Calogero
aveva detto: “La mafia non è solo un argomento da romanzi o da film, la mafia
sono volti e storie vere… Sono coloro che, usando la prepotenza e la violenza,
decidono sulla vita e sulle cose altrui, sulle scelte politiche come su quelle
economiche. Sono coloro che, per favorire guadagni illeciti e supremazia
criminale, hanno tutti gli interessi ad incrementare il clientelismo, il
controllo sociale, l’emarginazione e a ripudiare le forme pacifiche e oneste di
vita”. Ragioni sufficienti per indicare alla gente di Sicilia (e non solo) che
chi sta con la mafia non può stare con Gesù Cristo.
Fonte: ideesocietacivile.it

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