giovedì 19 luglio 2012

Il difficile rinnovamento della politica italiana


Berlusconi e Prodi sono i due eterni antagonisti dell’Italia della Seconda Repubblica, l’uscita di scena definitiva di uno o di entrambi sarà – per certi versi – il vero segnale della fine di un ciclo. Certo assieme ad altri protagonisti della politica italiana, così incapace di rinnovare se stessa se poi l’unico modo per avere qualche cambiamento è “rottamare” (a sinistra) e “formattare” (a destra).
Gira e rigira, sempre lì stiamo. Come se dei due simboli dello sbilenco bipolarismo italiano non si potesse fare a meno. In questi giorni è stato detto che Silvio Berlusconi di fatto non se n’è mai andato veramente. Nessuno ne dubitava, d’altronde.
Invece, di primo acchitto un po’ di più sorprendono le indiscrezioni su un Romano Prodi ancora ben piantato sulla scena politica, dietro le quinte del centrosinistra. Ma le coincidenze finiscono qui.
Mario Lavia, su Europa, ragiona su questi percorsi paralleli e speculari, se uno resta nel campo attivo della politica, l’altro davvero fa il padre nobile. Prodi consiglia, striglia il PD, ma poi resta fuori dall’agone e dal parlamento, Berlusconi prova (ma è poi certo?) a restare sulla scena e a presentarsi per la sesta volta. Un record. Certo anche il professore ha ambizioni, e spesso si vocifera di una sua possibile ascesa al Colle. Possibile che siano ancora loro il centro della politica italiana? Ecco spiegata la necessità di “rottamare” (a sinistra) e di “formattare” (a destra) il panorama dei protagonisti della politica italiana. Forse è ora di rinnovamento.

Fonte: iljournal.it

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