Uno dei più importanti centri studi di economia della Germania propone misure straordinarie sui contribuenti più abbienti
Una patrimoniale “temporanea” sui ricchi potrà
risolvere la crisi? E’ l’idea dell’istituto tedesco per la ricerca economica
(DIW), che propone di obbligare temporaneamente i ceti più abbienti a prestare
i loro soldi allo stato. Quando le cose andranno meglio, questi crediti
potranno essere restituiti, una soluzione drastica per l’eurocrisi che non si
riesce a superare.
PATRIMONIALE O CREDITO FORZOSO- Le soluzioni alla
crisi dei debiti sovrani, e più in generale ai continui buchi di bilancio degli
stati a causa delle recessioni, sono tema di dibattito accademico. Uno dei più
importanti centri di studi tedesco sull’economia, DIW, con sede a Berlino, tra
i più prestigiosi anche in Europa, ha compiuto uno studio sugli effetti di una
tassazione speciale sui contribuenti più ricchi per affrontare la crisi.
DIW
propone due soluzioni, come riporta il sito del quotidiano economico
Handelsblatt. La prima è una patrimoniale “classica”, ovvero una tassazione
straordinaria sui grandi patrimoni. La seconda invece è più innovativa, anche
se simile come impostazione. I ceti più abbienti dovrebbero essere obbligati a
prestare i soldi allo stato, che così potrebbe avere una fonte di finanziamento
ulteriore non dipendente dai mercati. In questo modo ci sarebbero le risorse
per affrontare la crisi, risparmiando sui tassi di interesse, e quando
l’economia si sarà ripresa il potere pubblico potrà restituire questo denaro
preso in prestito ai cittadini più ricchi. Un’idea che proviene dalla Germania,ma che gli autori sottolineano potrebbe
essere utilizzata anche da altri stati europei in gravi difficoltà, come la
stessa Italia, Grecia o Spagna.
COME FUNZIONA - Lo studio di DIW
riguarda il patrimonio dei tedeschi, che come abbiamo scritto nei giorni scorsi
sono i cittadini più risparmiosi d’Europea, ed hanno accumulato la più
consistente somma di ricchezze sia dal lato mobiliare che su quello immobiliare.
Secondo gli studiosi di DIW una tassa straordinaria su chi ha un patrimonio
individuale di 250 mila euro – in coppia 500 mila – potrebbe produrre una base
imponibile pari al 92% della ricchezza nazionale complessiva. “Un credito
forzoso o una tassa nell’ordine del dieci per cento su una simile base
imponibile potrebbe mobilitare risorse nell’ordine del nove per cento del
prodotto interno lordo, circa 230 miliardi di euro”. In Germania il debito
pubblico in questo momento si trova all’80% del Pil. Con una simile tassa
l’indebitamento potrebbe scendere in modo significativo, in direzione del 60%
imposto dai criteri di Maastricht, che in questo momento non rispetta quasi
nessuno dei paesi europei. La percentuale di cittadini sottoposti a questa tassazione
sarebbe piuttosto contenuta, solo l’otto per cento, e se mai si realizzasse,
questo prelievo verterebbe sia sulle ricchezze mobiliari che quelle immobiliari.
DIBATTITO SUI RICCHI - Negli ultimi anni
contrassegnati dalle difficoltà delle economie mondiali si è assistito ad un
crescente dibattito sulla tassazione delle grandi ricchezze. In Francia
François Hollande ha proposto un’aliquota del 75% sul reddito di chi guadagna
più di un milione di euro, una misura che dovrebbe essere introdotta a breve
dal governo socialista di Ayrault. Negli Usa Obama si sta scontrando con i
repubblicani sull’eliminazione dei tagli fiscali di Bush per i contribuenti che
guadagnano più di 250 mila dollari, mentre anche in Germania si fa insistente
il dibattito su patrimoniale e grandi redditi. La stessa Spd ha promesso di
riportare al 50% l’aliquota massima della tassazione sul reddito, dopo averla
portata al 43% durante gli anni del governo Schroeder. Per gli studiosi del DIW
la proposta di una maxi patrimoniale o di un prestito forzoso dei ricchi
sarebbe molto utile per i paesi in crisi come Grecia, Spagna o anche la stessa
Italia. Secondo il direttore dello studio Stefan Bach “proprio là sarebbe un
simile intervento fiscale la misura più ragionevole, per far sì che i grandi
patrimoni privati aiutino lo stato a rifinanziarsi”. Soprattutto perché
permetterebbero una migliore accoglienza delle riforme strutturali che riducono
le prestazioni sociali e liberalizzano i mercati del lavoro, misure che
colpiscono in particolar modo i ceti più deboli.
SITUAZIONE ITALIANA - Secondo le indagini
della Banca d’Italia, la ricchezza netta degli italiani (tolti, cioè, mutui e
prestiti) era pari, nel 2010,
a 8.640 miliardi di euro. Una cifra che vale oltre
quattro volte il debito pubblico del nostro paese. Il 50 per cento delle
famiglie italiane possiede, infatti, secondo le stime dell’istituto centrale,
meno del 10 per cento di tutta quella ricchezza. 12 milioni di famiglie si
spartiscono di conseguenza un patrimonio di non più di 860 miliardi di euro
L’altra metà degli italiani controlla quasi 8 mila miliardi di euro. Il 10 per
cento delle famiglie italiane, cioè circa 2 milioni 400 mila famiglie, possiede
il 45 per cento dell’intera ricchezza nazionale. In media, ognuna di questi
nucleari familiari molto benestanti hanno un patrimonio di 1 milione 620 mila
euro, oltre 22 volte la ricchezza dell’altra metà d’Italia. Infine, l’1 per
cento di miliardari: meno di 240 mila famiglie. Fa capo a loro il 13 per cento
dell’intera ricchezza italiana, ovvero oltre 1.120 miliardi di euro, almeno
quelli rintracciabili nel catasto e nelle banche nazionali. In media, ognuna di
queste famiglie straricche dispone di un patrimonio di poco inferiore a 4
milioni 700 mila euro.
Fonte: giornalettismo.com

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