martedì 17 luglio 2012

Una generazione di senza lavoro


Ecco come l'Europa vede i giovani italiani

La situazione della disoccupazione giovanile italiana è talmente grave che ne parlano anche all’estero.
IL CASO – “Quando il Parlamento italiano ha discusso la legge di riforma del lavoro, ha pensato bene di proteggere i lavoratori anziani prossimi alla pensione ma poco è stato fatto per i 600 mila giovani disoccupati”: inizia così l’articolo del Financial Times che indaga sulla situazione dei precari del nostro paese.

INFORMAZIONI – “Il tasso di disoccupazione dei giovani italiani è pari al 36%, come in Spagna e in Grecia, dove le cifre sono ancora più alte” continua la critica del giornale che cita le parole di Gustavo Piga, professore di Economia dell’università di Tor Vergata: “Perderemo per sempre se queste persone non riescono ad entrare nel mercato del lavoro quando sono giovani perché rischiano di non sviluppare competenze spendibili sul mercato – e ancora – Oltre al dramma umano, l’Italia perde milioni di Euro di pil se questa fetta di popolazione non riesce a far parte della forza lavoro”.
SOLUZIONI – Mario Monti si è mosso per risollevare le sorti dei progetti di apprendistato e far sì che ci si possa avvicinare alla Germania: modello di esempio per il tasso basso di disoccupazione giovanile. “I datori di lavoro hanno approfittato dello scarso controllo in materia per ottenere benefici fiscali, senza però insegnare realmente una professione ai giovani e i contratti a tempo indeterminato scarseggiano – non solo – La legge della riforma del lavoro ha fornito incentivi alle imprese per assumere lavoratori ma ha reso più facile licenziarli” sottolinea il Financial Times.
PENALIZZAZIONE – Tito Boeri, economista e professore della Bocconi ha dichiarato: “Il sistema penalizza i giovani e la nuova riforma del lavoro non ha fatto granché per proteggerli”. Secondo Boeri, uno dei principali problemi delle leggi sul lavoro è che i nuovi assunti hanno gli stessi diritti di chi lavorato in azienda per anni e questo distoglie le imprese dalle assunzioni: i giovani sono catapultati da un lavoretto part-time dall’altro. Boeri ha suggerito un contratto unico per i neo-assunti a prescindere dall’età mentre Piga consiglia un programma nazionale di lavoro per i giovani, dal costo di 16 miliardi l’anno: si assumerebbe 1 milione di giovani, con contratto biennale, con un compenso mensile di 1.000 euro al mese. Boeri è contrario a un piano che prevede aiuti dalla spesa pubblica ma tutti sono d’accordo sul fatto che Monti non deve e non può ignorare il problema.

Fonte: giornalettismo.com

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