Mi rendo conto che nel momento in cui
l’Europa rischia seriamente di andare a ramengo, parlare degli “appetiti” – economici
o di altra natura – di Nicole Minetti appare al solito piuttosto superfluo.
E tuttavia, per come la vedo io, il solo
fatto che possa risultare tutto sommato credibile la storia di una consigliera
regionale che decida di ‘mettersi a nudo’ accettando l’offerta di partecipare
ad un film hard può essere considerato nulla più che un effetto collaterale
di almeno due preoccupanti derive della nostra attuale società.
La prima: il depauperamento di
senso della funzione politica. Oltre ad essere stata eletta a simbolo del do ut des – che potremmo tradurre efficacemente con “te la do
affinché tu mi dia qualcosa” – la politica appare sempre più agli occhi di
tutti come un semplice mezzo per raggiungere il successo e
l’arricchimento personale.
Si è smarrito del tutto – specie agli occhi
dell’opinione pubblica, cioè di chi ’subisce’ la politica – il senso della
politica come missione, come servizio, come sforzo di rappresentare
dignitosamente una parte della collettività, assumendosi l’onere e la
responsabilità della costruzione di regole e strumenti per il buon andamento
della società e per un sano sviluppo della stessa.
Seconda deriva sociale: l’apparire prima
dell’essere. L’involucro prima del contenuto. Il motto imperante è oramai
“M’agito ergo sum”. Esisto
se mi agito, se smuovo le acque al
punto che si parli di me, se sono sulla
bocca di
tutti, se sono personaggio pubblico, in qualsiasi modo, a qualsiasi prezzo.
Anche la dignità viene oramai sacrificata quotidianamente sull’altare della
visibilità sempre e comunque. Il tempo di esposizione mediatica è l’unico
parametro da considerare – e dunque l’unico obiettivo da conseguire – per
considerarsi una persona di valore.
È in questo contesto che l’idea di una
Minetti che, approdata alla politica dalle stanze di Arcore, si lasci tentare
dal mondo del porno finisce con l’apparire non solo credibile, ma persino
diabolicamente logico.
E se un tempo una pornostar – penso soprattutto a Cicciolina, ma naturalmente
anche a Moana – poteva entrare nel mondo della politica, non senza
polemiche naturalmente, oggi appare addirittura verosimile che possa accadere
il contrario.
Cosa che fa riflettere e non poco.
Perché tra politica e hardcore, ne converrete, la linea di demarcazione dovrebbe essere
decisamente netta.
Una società che non riesca nemmeno a
meravigliarsi più di tanto che una consigliera regionale possa logicamente
aspirare a diventare una stella del porno comporta necessariamente un fatto:
che in questo nostro disgraziato paese è dato implicitamente per
scontato che l’accesso ad una carica pubblica possa
essere dipeso dalla carica pubica.
Che poi questo sia vero o presunto poco
importa (si fa per dire).
Quel che importa è che una società del
genere, se non inverte la rotta, non può che avere ben poche chances di
sopravvivere a se stessa.
fonte: facebook - i segreti della casta
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