Non avrei mai
creduto di poter scrivere una qualsiasi parola in favore di Nicole Minetti. Ma
la vita spesso ci sorprende e ci smentisce, per cui eccomi qua, a fare il tifo
perché l’impresentabile, inutile, imbarazzante, popputissima strapagata
consigliere regionale della Lombardia non si dimetta. O meglio, non si dimetta
perché glielo impone Silvio Berlusconi, nell’ennesimo ridicolo tentativo di
rifarsi una verginità pubblica e ripresentarsi alla guida di quel che sarà
dell’attuale PdL.
Il consigliere
avrebbe centinaia di motivi per dimettersi, intendiamoci, e non da oggi. La sua
repentina e miracolosa ascesa politica un giorno sarà portata ad esempio nei
libri di scuola delle follie di un imperatore in pieno delirio di onnipotenza,
come adesso il cavallo di Caligola.
Quindi spero che sia chiaro che per mela Minetti , lì dov’è adesso,
non ci dovrebbe stare comunque, e da tanto: la sua elezione in consiglio
regionale, senza qualifiche, senza titoli, senza esperienza, nel modo arrogante
che poi si è saputo, è stata un’offesa alla cittadinanza che le paga un lauto e
sinora ingiustificato stipendio, ed a tutte le persone che fanno politica
attiva in modo pulito, di qualsiasi schieramento si parli.
Quindi spero che sia chiaro che per me
Ma che adesso
lei debba essere il capro espiatorio del fallimento politico e morale di
Berlusconi, mi indispone ancora di più. Vuol fare pulizia, il patetico
caudillo. E dopo averla messo in giro lui, certa mondezza, ora pensa di
risolvere tutto nascondendola sotto il tappeto. E no, caro Silvio. Troppo
comodo, troppo facile. Se questo è il motivo, allora la Minetti deve rimanere lì
fino a scadenza del mandato, ad imperitura e futura memoria dei tuoi metodi di
gestione della cosa pubblica e dei favori personali. A ricordare a chi sta
pensando di votarti di nuovo che se lo fanno ci saranno in futuro altre Minetti
in consiglio regionale, e altre omologhe in Parlamento. A mostrare al mondo
qual è la tua idea di politica attiva, e quale la tua considerazione per la
donna, in politica e nella vita civile. A paventare il ritorno delle cene
eleganti, delle telefonate nel cuore della notte in Questura per salvare
minorenni furbe e spregiudicate, delle barzellette imbarazzanti, degli
atteggiamenti arroganti, della superficialità ed improvvisazione al potere. A
gridare con la sua sola prosperosa presenza che gli italiani hanno la memoria
corta e l’indignazione a tempo, e dimenticano tutto, ed amano farsi prendere in
giro e farsi vessare dai furbacchioni di turno.
Che resti
dov’è, consigliera Minetti. Si rifiuti di rispondere agli ordini di un uomo che
adesso la usa come parafulmine degli strali politici che si stanno abbattendo
su di lui, dopo avere fatto per diciassette anni il bello e cattivo tempo nel
nostro Paese ed averlo ridotto ad un campo di macerie, dopo averlo svilito in
ogni settore, dopo averlo portato sull’orlo della bancarotta economica e
morale. Perché se lei si dimette, e viene fuori che basta questa mossa per dare
credibilità e rispettabilità ad un partito ormai allo sbando che cerca
pateticamente di riproporsi peggio dei peperoni, allora vorrebbe dire che ce lo
meritiamo, Berlusconi e tutto il cucuzzaro che intorno a lui prospera e
ingrassa a nostre spese.
Fonte: giornalettismo.com

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