Il cuore dello spreco e della
Casta…coincidono. Quando una Asl o un ospedale paga i suoi acquisti di
materiali e forniture sanitarie dodici volte più di altra Asl o altro ospedale.
Quando la media degli addetti per ogni dirigente della Pubblica Amministrazione
è di nove sottoposti per ogni “capo”. Quando ogni cittadina vuole, esige il
“suo” Tribunale, la “sua” Prefettura. E in questi e in molti altri luoghi
consimili che spreco e Casta si incontrano, si danno la mano e vicendevolmente
si proteggono. Eppure, anche se inferocita contro la cosiddetta Casta, la gran
parte della pubblica opinione si arruola e si fa arruolare a difesa del
castelli dello spreco, quei castelli dove la Casta alloggia, cresce, si moltiplica e
distribuisce. Cosa distribuisce? Il “bottino” dello spreco. A chi lo
distribuisce? La Casta
fa le parti, ineguali tra loro, ma sta attenta che qualcosa arrivi a chiunque:
quel prezzo maggiorato che fa comodo sia ad aziende serie che a trafficoni
dell’appalto, quelle carriere garantite che sono il riparo sia
dell’inefficienza che della sicurezza, quelle cariche, nomine, prebende e
stipendi di cui gran parte d’Italia campa.
Chi campa alla ricca e chi tirando
un po’ i denti, ma del “gonfiare il conto” alla spesa pubblica campiamo a
milioni. Chi è quel matto che vuole interrompere, spezzare questo buon affare?
Cosa è questa illusione, velleità, provocazione chiamata all’inglese spending
review e che in realtà vuol dire togliere soldi a destra e a manca? Al suon di
fanfara di questa domanda, allo squillo di tromba di questo allarme si
mobilitano tutti: partiti, sindacati, Regioni, enti locali. Il cuore della
Casta che batte forte e chiaro dentro le mura del castello dello spreco.
Cosa c’è di sociale, utile e
“democratico” nelle Asl e negli ospedali che spendono per comprare gli stessi
materiali l’uno dodici volte quello che l’altro spende? Nulla. Eppure Regioni e
sindacati, i centri della spesa sanitaria, resistono, resistono e resistono
alla introduzione del “costo standard”. Vogliono salvare la libertà…di appalto
come viene e come aggrada e conviene. Perché la Pubblica Amministrazione ,
i ministeri soprattutto, si servono della cassa centralizzata e unica, la Consip , per neanche il 20
per cento degli acquisti e per l’80% restante fanno da soli? Anche qui in gioco
è la libertà di appalto come aggrada e conviene. E cosa c’è di sociale, utile e
“democratico” nell’avere un dirigente ogni nove addetti? Nulla, eppure partiti,
di destra, di centro e di sinistra, ammoniscono a non andare “con l’accetta”,
insomma invitano a lasciar perdere perché i tre milioni e passa di dipendenti
pubblici non vanno spaventati e turbati.
Cosa c’è di utile, sociale e democratico
nelle tremila e passa società, consorzi ed enti controllati da Regioni, Comuni
e Province? Nulla. Eppure partiti, Regioni e sindacati si schierano a difesa di
queste piccole e diffuse fabbriche di stipendi e deficit.
La spesa sanitaria e la spesa pubblica
per acquisti di beni e forniture sono il cuore dello spreco italiano e insieme
il cuore della Casta. Sono almeno trecento miliardi di euro di cui almeno un
dieci per cento servono non alla salute dei cittadini o al funzionamento
della cosa pubblica ma alla sopravvivenza della Casta e al pagamento a piè di
lista del consenso sociale che la tiene lì a dispetto di ogni spesso ipocrita
“indignazione”. Già, perché è difficile essere “indignati” davvero se poi si
accetta di essere stazioni terminali, anche minime, dello spreco.
La vicenda in corso detta spending
review, come altre più o meno analoghe nella storia recente italiana, offre la
possibilità di osservare dall’alto di un crinale la vera geografia socio
politica del paese. Al di qua del fiume nella valle sottostante il vastissimo
accampamento di chi, anche in ottima fede e buona coscienza, di spreco vive. Le
tende del Pd di Bersani, di Sel di Vendola, del Pdl di chiunque sia, della Lega
al fianco Nord, dell’Idv al fianco Sud. E le tende dei sindacati tutti. E
soprattutto i Padiglioni dei veri signori della spesa: Regioni, Comuni,
Province, l’unica spesa che da dieci anni non conosce né contrazione né crisi.
Vastissimo accampamento, grande alleanza, esercito imponente pieno di Cavalieri
e ricco di insegne. Dall’altra parte del fiume sparute pattuglie di incursori,
attaccanti da sempre destinati ad insabbiarsi nei fossati sotto il grande
castello della spreco difeso sia dai nobili baroni della Casta sia dalle truppe
e milizie civiche. Una battaglia dall’esito già scritto. Fino a che…fino a che
qualcuno non sarà capace di spiegare e di promettere, trovando le parole per
essere creduto, che solo e soltanto per via di spending review si abbassano le
tasse e si fanno meno storta la geografia sociale della valle.
Fonte: blitzquotidiano.it –
Lucio Fero

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