domenica 17 giugno 2012

Un "Memor Domini" immerso nel potere

Il signor Roberto Formigoni, Presidente della giunta regionale lombarda, non ama molto il suo titolo ufficiale, ma preferisce, come purtroppo altri suoi consimili, farsi chiamare Governatore della Lombardia, titolo che nell’ordinamento amministrativo italiano non esiste ma che tuttavia richiama alla mente privilegi assoluti e poteri decisionali quasi illimitati come un tempo avevano alcune figure del colonialismo ( ricordate il “Governatore delle Indie”?)  ed oggi hanno i capi degli stati federali americani. 
Ciò che mi colpisce in quest’uomo è lo sprezzo con il quale risponde alle domande dei giornalisti, è il fatto che si rivolga sempre agli altri come se tutti fossero lì per raccontare frottole sul suo conto.
Allora mi viene spontaneo il dubbio che sia solamente più furbo degli altri, più avveduto nel nascondere ciò che va nascosto, più tecnico nell’architettare situazioni che potrebbero essere imbarazzanti. Oppure un ingenuo totale, come potrebbero far pensare certe sue scelte di collaboratori che finiscono presto sull’uscio della galera. Ci sono poi comportamenti che dovrebbero far riflettere sul modo di condurre la sua attività istituzionale, e vorrei
analizzarne almeno due. 
Partiamo dal  tanto decantato principio di sussidiarietà che fa da life motive all’azione amministrativa lombarda. Sarà anche un principio valido, credo anzi che lo sia, ma qualcuno mi dovrebbe spiegare perché questo principio finisce per far arricchire solo i soci (compari, complici?) della Compagnia delle Opere, il braccio economico di Comunione e Liberazione, che in Lombardia sembra ormai avere in mano tutte le leve economiche, più di quanto faccia la mafia in Sicilia o la Sacra Corona Unita in Puglia, forse un po’ meno della Ndrangheta in tutta Italia. Sento già come risponderebbe ad una domanda in proposito: “Se sono i più bravi è logico, anzi meritevole, che la regione lombardia affidi loro ciò che il pubblico non può fare”. 
No, non può essere così. Anche la statistica, che è una scienza e non un’opinione, non può accettare una situazione del genere. Non è possibile che in una regione così vasta solo quelli della Compagnia delle Opere sono in grado di far affari con la giunta regionale. Veniamo ora a quel giro di favori, lussi e vacanze speciali che lega il Presidente ad altri due sodali che fanno affari d’oro con la regione. Poiché sono un cristiano cattolico come lui dice di essere mi è venuta voglia di approfondire, di andare a vedere cosa sono, o devono essere, i “Memores Domini”, visto che il nostro non perde occasione per rammentare che lui è un Memor Domini. 
 Quanto segue è quanto riportato sul sito ufficiale di Comunione e Liberazione (http://www.clonline.org) 
“L’Associazione Memores Domini riunisce persone di Comunione e Liberazione che seguono una vocazione di dedizione totale a Dio vivendo nel mondo. I fattori portanti nella vita dei Memores Domini sono la contemplazione, intesa come memoria tendenzialmente continua di Cristo, e la missione, cioè la passione a portare l’annuncio cristiano nella vita di tutti gli uomini” Il Memor Domini "è un laico che liberamente vive una esistenza totalmente immersa nel mondo con una totale responsabilità personale" (Memores Domini – Intervista a Monsignor Luigi Giussani) e che si impegna alla missione vivendo il proprio lavoro professionale come il luogo della memoria di Cristo, traducendolo, cioè, in offerta. Gli associati intendono seguire una vita di perfezione cristiana praticando i consigli evangelici “sintetizzabili nelle categorie in cui, tradizionalmente, la Chiesa riassume l’imitazione di Cristo. L’obbedienza, nel senso che lo sforzo spirituale, la vita ascetica, sono facilitate e autenticate da una sequela. La povertà, come distacco da un possesso individuale del denaro e delle cose. La verginità, come rinuncia alla famiglia per una dedizione anche formalmente più totale a Cristo” (Intervista citata) I Memores Domini – chiamati anche “Gruppo adulto” - praticano vita comune in case il cui scopo, sostenuto dal clima di silenzio, dalla comune preghiera e dalla condivisione fraterna, è l’edificazione vicendevole nella memoria in vista della missione. I Memores Domini hanno avuto origine a Milano nell’anno 1964, nell’ambito dell’esperienza di Gioventù Studentesca. Dopo essersi diffusa in varie Diocesi, l’Associazione venne eretta canonicamente dal Vescovo di Piacenza, Mons. Enrico Manfredini, il 14 giugno 1981. Sette anni dopo, l’8 dicembre 1988, i Memores Domini vennero approvati dalla Santa Sede, che riconobbe loro personalità giuridica come “Associazione ecclesiale privata universale”. I Memores Domini sono presenti in 31 nazioni oltre l’Italia.   Dunque un Memor Domini dovrebbe viver in povertà, intesa “come distacco da un possesso individuale del denaro e delle cose”. Il che riesce benissimo al nostro visto che, a quanto riportano i giornali, sono sempre gli altri a pagare per lui. Ma la povertà, nell’accezione cristiana, è quella di San Francesco, è il viver povero, non solo il fatto di non maneggiare direttamente il denaro, come probabilmente intende il presidente, povertà è il mantenersi lontano da quei lussi che il nostro si permette, povertà è mantenersi lontano da quegli affari di dubbia legalità che molti degli uomini scelti da lui stanno facendo.  Non so se Don Giussani si stia rivoltando nella tomba, ma secondo me non sarebbe certo felice della piega che hanno preso questi suoi seguaci. Uno che ha vissuto quel periodo in prima persona come segretario della DC milanese, Bruno Tabacci, ne è convinto (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cl-ha-tradito-don-giussani/2174843) e credo presto ne saranno convinti anche molti che in questi anni hanno creduto alle apparenze di un movimento che ha approfittato del loro sostegno. 


 fonte: PD Abbiategrasso - Vittorio Sacchi 
http://www.pdabbiategrasso.it/opinioni/opinione_118.asp

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