Quando i problemi sono complessi, molto complessi, e i giornalisti fanno
fatica a spiegarli scelgono delle formule semplici: buono contro cattivo.
Oppure ricchi contro poveri, la casta contro il popolo sovrano.
In questo modo la vicenda si semplifica, diventa digeribile, il lettore crede di aver capito come stanno le cose e non cerca ulteriori approfondimenti. Ela Verità ( o almeno la cosa
più vicina) va a farsi benedire.
In Sardegna c’è una miniera di carbone, in una zona ancora molto povera e disagiata: il Sulcis.
La vicenda:circa 200 minatori della Carbosulcis hanno occupato la miniera di
Nuraxi Figus, a Gonnesa, scendendo a In questo modo la vicenda si semplifica, diventa digeribile, il lettore crede di aver capito come stanno le cose e non cerca ulteriori approfondimenti. E
In Sardegna c’è una miniera di carbone, in una zona ancora molto povera e disagiata: il Sulcis.
Scrive Giulio Sapelli sul Corriere.it
“la miniera di Nuraxi Figus è l’ultima
in Italia. È stata teatro di gloriose lotte operarie condotte con intelligenza
politica e straordinaria responsabilità. Mai un grave incidente, mai un
sabotaggio (eppure gli esplosivi son lì a portata di mano). Oggi 463 lavoratori
ricordano le lotte del lontano 1984 e quelle di un decennio dopo, nel 1993 e
nel 1995, quando i minatori rimasero in fondo alla miniera per cento giorni.
Oggi si rischia di assistere nuovamente a questa prova di forza, perché tutto
il territorio del Sulcis-Iglesiente è a grave rischio, considerata anche la
crisi dell’Alcoa. Un’alternativa più praticabile esiste ed è quella percorsa in
Europa in tutte le aree ad antichissimo insediamento carbonifero: la
trasformazione dei siti in complessi culturali ed espositivi secondo i canoni
dell’archeologia industriale, disciplina in cui noi italiani siamo maestri.”
Allora, cominciano ad essere più chiari i termini di un problema complesso
? Stare dalla parte dei minatori, delle loro famiglie, la cui sopravvivenza
economica è a forte rischio è facile. Anzi è obbligatorio. Ma far funzionare
una miniera che non è più redditizia lo si può fare solo rimettendoci denaro
pubblico. Cioè noi paghiamo i minatori della carbosulcis per continuare a fare
un lavoro che non serve più, solo perchè non siamo in grado di trovare
alternative? Solo perchè nessuno ha il coraggio di dire ai minatori ” grazie
per il vostro coraggio ma ora dovrete cambiare lavoro” ?
Se i minatori, per farsi ascoltare dalla regione Sardegna, devono scendere in miniera e barricarsi a300
metri di profondità significa che c’è un corto circuito
tra popolazione e istituzioni. Se la classe operaia deve ricorrere a imprese
disperate e allora, solo allora, ci si accorge di loro, significa che solo con
il ricatto si riesce ad ottenere qualche cosa. Perlomeno attenzione. Certamente
non si ottiene la soluzione del problema. E non si ottiene neanche una corretta
informazione.
Se i minatori, per farsi ascoltare dalla regione Sardegna, devono scendere in miniera e barricarsi a
Fonte: iljournal.it
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