Quanto sta avvenendo in
Vaticano in queste settimane e mesi ha sconcertato il mondo. Ed ha sconcertato
soprattutto i cattolici.
Se qualcuno, dal di
fuori, può guardare con soddisfazione il rivelarsi di lotte meschine entro le
mura del potere vaticano, i cattolici – ma non soltanto loro – osservano invece
con sgomento il manifestarsi di faide all’ultimo coltello, proprio laddove si predica
e, soprattutto, si dovrebbe testimoniare la pace, come frutto dell’amore.
Ovvero la sostanza del messaggio evangelico di Gesù.
Certo la Chiesa è fatta di uomini –
anzi di persone umane, ma in Vaticano quasi esclusivamente di uomini al
maschile – ed è quindi inevitabile che vi siano debolezze umane, come ce ne
sono sempre state, anche più gravi di quelle di questo periodo.
Colpisce però che al
giorno d’oggi, proprio a cinquant’anni di distanza dall’inizio del Concilio
Vaticano II che voleva rinnovare la
Chiesa , i mezzi di comunicazione abbiano potuto divulgare in
tutto il mondo queste miserie del vertice istituzionale della Chiesa cattolica.
È vero che chi ha
organizzato tutto questo pasticcio – al di là del povero maggiordomo che
sicuramente sarà stato indotto a questo compito malvagio “per il bene della
Chiesa” – l’avrà fatto forse pensando davvero al bene della Chiesa. O per lo
meno a quello che lui pensava come bene della Chiesa. Ma era Niccolò
Machiavelli, non il Vangelo, a tranquillizzare che «il fine giustifica i
mezzi»!
E il mio pensiero corre
a quanti, soprattutto a cominciare dai giovani, scandalizzati di questi
comportamenti, ne riceveranno una sollecitazione, se non a opporsi alla Chiesa,
almeno a lasciarla o a disinteressarsene. Non è proprio questa la “nuova
evangelizzazione” da proporre!
Eppure, dal momento che
Dio dal male è capace di ricavare anche il bene, credo che la Chiesa , dall’intera
vicenda, peraltro ancora in corso, possa ottenere una sollecitazione a
dismettere le sue aspirazioni e i suoi programmi di potenza e di ricchezza per
ritrovare sempre più l’ispirazione evangelica della semplicità, della povertà,
della coerenza.
Penso e prego per papa
Benedetto, che aveva intrapreso un’opera di purificazione della Chiesa,
incoraggiando trasparenza e severità nell’ambito della questione della
pedofilia, ed ora si trova proprio in casa queste lordure (cui aveva già
accennato in quella famosa Via Crucis prima di essere eletto al soglio
pontificio, nel Venerdì santo della Quaresima del 2005). Preghiamo per lui e
per la Chiesa ,
perché sappiano trarre da questa vicenda così triste l’ispirazione e la forza
per una purificazione decisa e trasparente, che sia di conforto per quanti
vorrebbero un mondo più giusto ed esemplare.

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