venerdì 15 giugno 2012

LIMITARE IL TEMPO DELLA POLITICA


A mio modo di vedere ci sono dei comportamenti che andrebbero sanciti per legge, o almeno essere contenuti nei codici etici di tutti i partiti e professati anche in seno alle liste civiche. Dovrebbe esistere un elenco ufficiale di principi inderogabili di etica politica che possano assicurare il buon governo. E tra questi principi dovremmo trovare anche un limite di tempo. Il servire il paese in parlamento, ed anche l’amministrare la cosa pubblica, a qualunque grado, come rappresentante politico, qualunque idea si professi, non può che essere un servizio a tempo, una ristretta fase della vita privata che viene offerta al servizio del pubblico (e sottolineo la parola “offerta” perché ha un grande valore implicito) per una durata limitata nel tempo.
La durata deve essere limitata per evitare alcune inevitabili conseguenze. Ne cito solo tre:
·         la trasformazione della passione politica in mestiere. Basta guardare cosa è diventata la nostra classe politica, da chi è composto il parlamento (sì, ci sono eccezioni, ma è meglio non badare ad esse se si vuole ripulire il marcio). La maggior parte di questi personaggi guadagnano cifre ingiustificabili e godono di privilegi incomprensibili per poi, in buona sostanza, non far nulla per il paese.
·         la possibilità che il politico venga corrotto ed utilizzato dalle varie mafie. Basta vedere come la fame di appalti da parte delle mafie si sazi facilmente, è notizia di tutti i giorni, con tangenti ed escort offerte ai politici.
·         la possibilità che il potere corrompa il politico. Tutti i giorni abbiamo prove di concussioni con le quali viene arrotondato il compenso di chi detiene il potere. Quando un politico viene messo a sedere su una poltrona, anche fosse per merito, comincia presto a conoscere tutti i meccanismi che fanno funzionare la cosa pubblica, e, poiché non è un santo, prima o poi è tentato di approfittarne.  
Quanto ho detto vale anche per le liste civiche, perché nella sostanza anche loro rappresentano propensioni al potere, magari camuffate sotto buoni propositi.
Io non contesto coloro che da tanto tempo fanno la fila per farsi eleggere, che magari riescono ad essere consiglieri comunali, o provinciali, o regionali per tempi più o meno lunghi. Il pericolo che il paese corre con loro è fortemente limitato, ma è quando diventano sindaci, presidenti di provincia o di regione, parlamentari o alti dirigenti di società pubbliche che possono far emergere le loro vere nature. Non bisogna dargli il tempo di organizzarsi in queste posizioni.
Facciamo un esempio pratico di applicazione dei miei principi. Domenico Finiguerra è già stato per due mandati sindaco a Cassinetta di Lugagnano e, secondo me, uno che ha già fatto due mandati da sindaco, e non importa se in un altro paese o città, dovrebbe tornare a fare il proprio mestiere privato, indipendentemente dalle qualità mostrate nella carica. Perché è meglio prevenire piuttosto che dover curare, come tutti sanno.

Vittorio Sacchi

fonte: P.D. Abbiategrasso

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