venerdì 20 luglio 2012

Famiglia Cristiana attacca: "Più lavoro meno bombe"


Non siamo né la Grecia, né la Spagna, restiamo l’Italia, anzi l’Italietta di sempre. In mezzo al pantano, con l’acqua sul collo, con chi cerca l’ultimo foro della cinta e chi sguazza: il nuovo direttore della Rai che sigla un contratto a tempo indeterminato da nababbo (650 mila euri all’anno più benefits), il premier Monti costretto a passare alla Regione Sicilia sciupona qualcosa come 400 milioni per evitare il fallimento.
Al di là del valzer delle dichiarazioni, il Paese è inchiodato in una crisi ancora senza sbocco. La spending review del governo ha solo una traduzione pratica: tagli.
E in anticipo, come i saldi, iniziano gli scioperi: oggi e domani incrociano le braccia i lavoratori del trasporto pubblico aprendo una stagione di lotta che si prospetta lunga e cruenta.
La gente sente sulla propria pelle il morso della crisi: il welfare locale rischia davvero di chiudere i battenti. Secondo il sindacato nel 2011 le risorse destinate al welfare sono diminuite del 63%.
Nello specifico il Fondo per le politiche sociali, che serve a finanziare interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, è passato da 929,3 milioni di euro ad appena 273,9 milioni. Il Fondo per la non autosufficienza - per il quale era previsto uno stanziamento di 400 milioni di euro - è stato invece del tutto cancellato, lasciando così 3 milioni di persone non autosufficienti, per la maggior parte anziani, senza alcuna forma di sostegno e di assistenza.
Nel 2011 drastiche riduzioni sono state operate, inoltre, al Fondo per le politiche per la famiglia (da 185,3 milioni a 51,5 milioni), a quello per le politiche giovanili (da 94 milioni a 12,8 milioni), a quello per l’infanzia e l’adolescenza (da 30 milioni a 3 milioni) e a quello per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, che porta benefici soprattutto alle persone anziane alle prese con il caro-affitti e che è passato da 143,8 milioni a 32,9 milioni.
Lo Spi-Cgil ricorda che solo il 30% delle risorse dei Comuni viene destinato al welfare mentre il 60% viene assorbito dalle funzioni generali di amministrazione, alla spesa per il personale e, complessivamente, al mantenimento in vita della macchina burocratica. Evidentemente è più facile tagliare che riformare.
Denuncia Famiglia Cristiana: “Mano pesante su lavoratori e pensionati, e solo una leggera sforbiciata sugli armamenti. (…) Quasi spietati con pensionati, lavoratori, famiglie con figli e malati. Remissivi, invece, e anche pusillanimi con ammiragli, generali e vertici dell’industria bellica… Se siamo sull’orlo del baratro, perché sperperare i soldi per comprare armi?”. Per il settimanale (che sostiene l’appello lanciato da oltre 600 associazioni per cancellare l’acquisto di 90 caccia F35) se un tempo si sarebbe detto “svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai” oggi si potrebbe dire “più lavoro e meno bombe. E’ una questione di buonsenso. Di saggia amministrazione”.
Monti, se ci sei batti un colpo (diverso)! E i partiti? In vacanza.

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